Crepe di poesia
"Noi vivi brulichiamo nelle tane" (Laura Valentina Da Re, La magrezza dell'Uno) mi risuona un po' così:
"Mentre parlavamo con gli occhi bassi, mi accorsi che in un'intercapedine del muro era cresciuta una piantina di violette. Sorrisi e ti dissi che se anche loro profumavano di b ellezza in un luogo così ostile, non c'era motivo, per noi, di perderci nel mare dell'angoscia. Volevo rimanere aggrappata a quell'immagine come loro erano aggrappate alla vita, su quel muro scrostato; e forse è questo il segreto per sopravvivere nei momenti più duri" ( Piccole Storie Viola ).
Quel "minimo di pace" lo trovo quando le parole di qualcun altro potrebbero essere le mie, quando intuisco l'universalmente umano e non sono più sola a portane il peso.
La sintesi della poesia di Laura è uno squarcio improvviso, una "crepa" che si apre per far passare la vita, con i suoi abissi, le sue estasi, e le piccole cose.
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