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Piccole storie viola

Eravamo nel cortile del liceo, manifesto vivente del Ventennio (in tutti i sensi). Ci sentivamo pesanti, oppresse, e il sole sembrava farsi beffe di noi. Ma mentre parlavamo con gli occhi bassi, mi accorsi che in un'intercapedine del muro era cresciuta una piantina di violette. Le mie adorate violette, eco di un'infanzia spensierata! Sorrisi e ti dissi che se anche loro profumavano di bellezza in un luogo così ostile, non c'era motivo, per noi, di perderci nel mare dell'angoscia. Volevo rimanere aggrappata a quell'immagine come loro erano aggrappate alla vita, su quel muro scrostato; e forse è questo il segreto per sopravvivere nei momenti più duri. L' aneddoto delle violette torna sempre, nelle nostre conversazioni. Tu ti eri meravigliata per il brillare dei miei occhi davanti a una cosa tanto piccola e apparentemente insignificante, io mi chiedevo come avessi potuto dimenticare. Ancora oggi, quando mi sento smarrita, ripenso alle violette. Scrivo per non

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