Il carretto dei gelati

La birretta al chiosco era una coccola per noi genitori stralunati; lontano dalla poppata, un miraggio. "Quello che resta del soleee lo vedremo domattina" suonava la prima vacanza di famiglia; occhi nocciola stagliati nel blu di settembre, due cosciotte da mangiare e il miracolo di qualche ora filata di riposo notturno. Un paio di anni dopo, appurato che non sarebbero stati gli effluvi marini a garantirci sogni d'oro, abbiamo scelto lo stesso alloggio nella speranza di ripeterlo, ma la magia del sonno era finita. 

E poi sono diventate due, e sono diventate grandi. Dal gattonamento sulla veranda, ai pisolini scongiurati sotto i pini, ai primi balli, alle timide amicizie, ai rari momenti di relax (ovvero lo svacco totale sulla sabbia che coglie di sorpresa le nostre serafiche creature l'ultimo giorno, verso il tramonto), alle giornate intere in ammollo. È scontato, ma sembra ieri.

Quest'anno tutto è vicino, le distanze si sono accorciate. Arrivare in spiaggia era sempre stata una fatica immane, lo stesso tornare indietro: un bagno di sudore mischiato alla crema solare con chili di borse in spalla piene di ogni. Ora mi stupisco di muovermi con agilità e leggerezza ovunque: è successo all'improvviso. Le bambine camminano da sole e non chiedono più di stare in braccio, abbiamo un nuovo margine di autonomia, riposiamo meglio. Non fa caldo, forse è quello. Basta poco, e ti cambia la vita. 

Molto è cambiato qui negli ultimi anni. Ho apprezzato tantissimo il giardino mediterraneo che si è espanso nel villaggio, perché amo le erbe aromatiche, le piante tenaci che hanno bisogno di poche cure e si radicano alla vita regalando colori e profumi così, senza pretese, senza aspettarsi niente in cambio.
Ma questo è stato un agosto insolito. Non c'era il solito brulicare di gente, le frotte di volontari, le code per strada. Il primo giorno in spiaggia non abbiamo visto neanche il carretto dei gelati. Non riesco a dire lo sgomento. Mancava qualcosa di essenziale, peculiare, nella nostra abitudinaria villeggiatura. 

Qualche mese fa Irene a scuola aveva disegnato il mare. Una fila di ombrelloni colorati e il carretto dei gelati. Il mare è il carretto dei gelati. 
Forse si erano stancati percorrere avanti e indietro la battigia tutti i giorni dell' estate? Avevano cambiato lavoro, magari anche loro avevano scelto di andare in gita con i loro bambini invece che rifocillare i soliti turisti sulla stessa spiaggia, sullo stesso mare?

E invece finalmente il carretto è arrivato, annunciato dalle bandierine issate sulla tenda, ed è stata una festa di granite e corone ghiacciate. 

Un po' più spensierati, forse eccessivi, rispetto agli standard degli anni passati, abbiamo onorato questa piccola cosa che, non lo avevamo capito, è grande.





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