Il ballo di Simone

Quei ragazzi in bicicletta ci guardano. La mascherina copre le loro bocche, eppure, ne sono certa, ci sorridono. Si vede da come si muovono, che sono felici.
C'è il sole, dalle case escono voci e musica. Il paese è vivo, la gente si affaccia dalle finestre e si parla, sorride. Non ha più fretta, ha fatto pace con il mondo.

Noi facciamo per la quindicesima volta il giro dell'isolato: bicicletta, monopattino, muretti di ogni tipo, tappa nel campo, tappa sui sassi dietro la chiesa, e poi di nuovo muretti, monopattino, bici. E niente mai ci è sembrato più bello.

Due sorelle ballano sul balcone, specchiandosi nei vetri della finestra. Nonappena passano i ragazzi in bicicletta si fermano, e cominciano il bisbigliare fitto fitto delle ragazzine. Poi tornano a ballare una canzone che avrà quattro volte la loro età. E sa di sabato italiano, di week end anni Novanta, dove il massimo del divertimento era aiutare papà a lavare la macchina nel cortile di casa, e poi se era proprio festa, andavano anche a mangiare il gelato. Ed eravamo felici.

Non so se voglio che torni proprio tutto come prima.



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