Vietato essere bambini

È giugno e sembra novembre. Nonostante un cielo plumbeo che minaccia l'ennesimo temporale usciamo a fare la nostra ventina di giri in bicicletta per il paese. Certo, la situazione meteorologica non è delle migliori, ma non c'è proprio nessuno in giro. Incontriamo un'altra mamma con i suoi bambini: anche loro approfittano della breve tregua dalla pioggia incessante di questi giorni per sgranchirsi le gambe. Una boccata d'aria un po' malinconica, a dire il vero. Là dove un mese fa c'erano giardini assolati pieni di famiglie che giocavano, giovani ragazze che si allenavano con la musica a palla, odore di prati appena tagliati, chiacchiere fra vicini di casa che si erano appena conosciuti, pur incontrandosi da anni sui pianerottoli, oggi c'è il silenzio. Le porte sono chiuse, le tapparelle abbassate. Esattamente tutto come prima. Solo che il parco, che di solito era un angolo di vita nel paese-dormitorio, è ancora sigillato dai nastri da cantiere. Una bimba con il suo papà ci sta girando intorno, con la delusione negli occhi. Ci fermiamo a salutarli, ripensando a un anno fa, quando proprio lì disegnavamo spensierati con i gessetti e le bambine ridevano felici con le magliette sporche di anguria, alla luce del tramonto. Quelli appena trascorsi sono stati dei mesi surreali, carichi di dubbi, incertezze, dolore. Ma per noi, che siamo rimasti a casa con le nostre piccole nell'angolo di paradiso che abbiamo la fortuna di abitare, il bilancio è sicuramente positivo: dopo lo smarrimento iniziale, fra gli alti e i bassi, è stata una grande e irripetibile occasione, a livello personale e per tutta la famiglia. Ho sperato che potesse esserlo in egual maniera anche per il mondo: una pausa dalla sua corsa dissennata per guardarsi dentro, rivedere le falle (voragini) su cui poggia, e ripartire con uno slancio nuovo verso il domani. Ci spererei ancora un pochino, non fosse per quelle transenne rosse e bianche davanti agli sguardi sconsolati dei bambini, segno tangibile della considerazione che questo nostro stesso mondo ha del proprio futuro. E un parco chiuso non è che la punta dell'iceberg.




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