Raggio di sole

La messa a fuoco del particolare lascia a desiderare, ma buona la prima: mi piace la luce, mi piace l'inquadratura riuscita in maniera fortuita mentre il sole batteva, mi piace il cielo, uguale a quello del giorno in cui sei nata tu.

Cinque anni fa il tuo papà mi regalò questo ciondolo, anche se sapeva che non desideravo propriamente ricevere dei gioielli: ne avevo già un cassetto pieno, e nella mia vita precedente mi piaceva cambiarli a seconda dell'outfit, non riuscendo comunque a fare il giro di tutti; da quando sono diventata mamma invece sono rimasti chiusi lì, nel comò.

Per quanto sembri incredibile, decidere che cosa indossare la mattina richiede un certo dispendio di energie. E quando si rende necessario fare economia bisogna tagliare il superfluo.

Da qualche parte ho letto che Angela Merkel nella vita politica indossava sempre lo stesso tailleur proprio per alleggerire il carico mentale: un pensiero in meno, insomma.

Io volevo continuare a vestirmi, ma dei gingilli potevo anche fare a meno; oltretutto erano di impiccio alle manine paffute che si muovevano giorno e notte sulla mia pelle.

La gocciolina che mi aveva appena regalato papà invece la portavo in ospedale mentre nascevi, e ci ha accompagnate durante i nostri primi splendenti giorni insieme. Splendenti perché il sole era caldo come quello di adesso, e mi ricordo bene la pace della nostra stanza luminosa: avrei voluto rimanere lì con te per sempre, senza dover pensare a tutto ciò che mi aspettava e mi spaventava fuori. 

Qualche giorno fa per il tuo compleanno mi è venuta voglia di rimetterla al collo e ho scoperto di nuovo l'emozione che può rimanere attaccata ad un oggetto, che in questo caso sembra brillare di luce propria. Anzi, brilla di te, raggio di sole!

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