Preghiamo che piova

Quant'era che le nuvole non si gonfiavano in cielo? Al massimo una patina lattiginosa a coprire il sole, beffarda e inutile. E invece marzo ci prende così, con le sue nubi scure. 

Speriamo che piova. 
Nell'attesa di qualche catastrofe o di una lenta agonia mi crogiolo nell'odore familiare della parte fortunata del mondo. Una signora, forse una bambina, sorride a tutto e a tutti in un dove che non è il nostro, ma che sembra più felice. Ha incrociato il mio sguardo. Ci sono un sacco di persone che passeggiano, una vita fuori dai luoghi di lavoro e dagli orari prestabiliti. I cartelloni dei laureati con gli strappi sugli angoli, il profumo del caffè, gli umori del bar che escono nell'aria. Il tempo di una commissione al volo che si è rivelato pieno, pregno, lento: è il tempo presente, e accade troppo raramente che si faccia trovare da me.
Preghiamo che piova.

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