Il Cavalier Pervinca

Fra i sentieri intorno al lago di Vedana mi sono ricordata che a scuola io lo sapevo bene quale fosse il colore del Cavalier Pervinca. Era vivido più che mai e ci ripenso a ogni fioritura del magico fiore.

Allo stesso modo, quando trovo l'acetosella fra i germogli del sottobosco ne assaggio sempre qualche foglia, da quella gita in val Canzoi, dove una biologa ci aveva raccontato che è una pianta ricca di sali minerali, un salvavita se ci si trova in situazioni estreme, senza acqua, in mezzo a una foresta. 

Poche cose, immagini chiare, esperienze che plasmano il nostro bagaglio interiore e sono nostre per sempre. 

Oggi il dibattito sulla scuola è controverso, ma c'è una lentezza, nel dedicarsi a pochi stimoli alla volta, che forse è bene recuperare, anche se sembra anacronistica rispetto alle infinite possibilità a cui i bambini si trovano davanti ancora prima di iniziare a favellare. Per quanto corriamo, siamo sempre esseri umani, con corpi, tempi e spazi limitati. Le fondamenta, le basi, devono saper rimanere; su un'immagine, su un pezzo di terra, sui gradini di un argine che è sempre quello.


Ok, la linea di Internet è guasta, i computer in prima elementare non sono ancora stati accesi, ma ho fiducia nelle maestre che erano state le mie, perché sanno come si fa a mettere radici. Per tutto il resto c'è tempo.

Commenti

Post più popolari