Il giglio di San Giovanni


Il giglio di San Giovanni spunta solitario sui ripidi prati di montagna. A volte va a formare delle colonie, ma le piante distano comunque almeno un metro una dall'altra. Evidentemente l' "azola" ha bisogno del suo spazio, del suo cielo. Ogni anno intorno al solstizio d'estate si ripresenta nei medesimi luoghi, puntuale. Sembrano fiammate dipinte nell'erba alta, fuochi appassionati che avvampano all'improvviso. Eppure la preparazione dello spettacolo era durata mesi nei bulbi sotto la terra, ed era iniziata ancor prima grazie alla danza delle farfalle che sole, leggere ed esatte, possono raggiungere il nettare al centro del calice con la loro spirotromba. È la fortuna, il caso, la fatica di nascere e rinascere, la capacità di radicarsi, di mantenere la propria identità, e infine il coraggio di innalzarsi a sfolgorare. Non è programmato, ma ogni anno in questi giorni di fine giugno mi trovo a Fodom a contemplare il fiore che solo oggi mi è chiaro perché amo tanto.


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