Il Sentiero del Respiro

Oggi mi aspettavo un cielo azzurrissimo, di quelli autunnali che esaltano i colori, e invece c'era qualche nuvola, che tuttavia ci ha permesso di fare un bel pic nic con tanto di riposino: date le temperature estive sarebbe stato difficile fermarsi sul belvedere da cinque anni privo di alberi. Abbiamo sempre delle aspettative e quasi sempre incontriamo delle variabili, più o meno gradite. Riuscire a navigarci dentro e intorno rende tutto più interessante. Ci ho messo parecchi anni per capirlo. 




Il bestiame è appena sceso a valle, ma le impronte degli zoccoli sono ancora fresche nel fango, e tutte accavallate per la transumanza. Il tracciato è coperto da un' erbetta verdissima e fresca che contrasta con i tronchi secchi a terra. La perpetua danza dei contrari.


Non so se siano le parole a significare le cose o se siano le cose a trovare espressione nelle parole. In questo caso credo che il "Sentiero del Respiro" con il suo nome inviti respirare un po' di più. O almeno, a me è venuto da pensarci continuamente, e tutto concorreva a lasciarmelo fare: le bambine erano adorabili e felici di camminare con noi; erano felici e basta, oggi. Ci ho messo diversi anni anche per smettere di chiedermi se gli umori altrui, in particolare delle mie figlie, dipendano da me. 



Lungo il percorso sopra "Ciastel" l'aria faceva suonare i pini. Sembravano veramente dei lunghi respiri. Mi piacerebbe sapere se è stato un caso, o se quelle correnti ventose ci sono sempre state. O chissà, magari hanno iniziato a farsi strada proprio tra i vuoti lasciati da Vaia. Bisogna svuotare i polmoni per riempirli di nuovo, fare spazio per accogliere, fermarsi per ripartire. E infatti a ogni curva, a ogni spiazzo, c'è una panchina, come da abitudine fodoma; andare e respirare, piano.




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