Cosa resterà

"Normale amministrazione" dice un nonno in passeggiata con la moglie. E senza i sottotitoli "Non sai farti rispettare/ ghe oarie an bachet de cornoler/ i genitori di oggi gli fanno fare tutto quello che vogliono ai figli". No, lui sorrideva empaticamente. Hanno un nipotino della stessa età della nostra piccola, ci hanno detto, la tenerezza negli occhi solo a nominarlo. 

- Ma quand'è che riusciremo a fare una cosa in pace, senza pregare, senza drammi, crisi per un nonnulla? 

- Probabilmente quando non vorranno più venire con noi.

- E allora mi porterai lo stesso a fare un pic nic fuori porta? Chissà perché prima di loro non lo facevamo mai!

Certi giorni, come oggi, è davvero estenuante portare a casa qualche chilometro di felicità, ma se avessimo rinunciato a priori, a casa non avremmo portato niente di buono. A volte sembra non finire mai, non si trova un angolino di riposo, di pietà per noi genitori, che anche noi siamo stanchi eh, fiaccati dalla frenesia dei giorni. L'embolo parte ancora, eccome se parte, ma mentre sentiamo lo stantuffo spingere allarghiamo lo sguardo, si apre uno sfiato, minuscolo: è quanto basta. Cosa vogliamo che resti di questa giornata? Una casetta sull'albero, il primo sole, gli avanzi del sushi per il pic nic, i cavalli: volevano arrivare dai cavalli a tutti i costi, nonostante il caldo, i ciottoli sotto le biciclette. Resterà noi che le aiutiamo, che aggiriamo la tentazione di un ritiro in disfatta (maldestramente, ma ci riusciamo) senza perdere di vista la visione a posteriori, salvifica. Resterà il ricordo di una domenica speciale, se ci impegnamo nello sforzo di resistere. È una fatica inimmaginabile, quotidiana, che logora, e che pure ci permette di diventare delle persone migliori. I santi e le madonne faranno parte della storia, certo, ma non la scriveranno!