Tagete

Un anno fa, mezzogiorno, sole a picco sulla bancarella dove sono esposti i lavori realizzati dai bambini delle nostre scuole. 

"Sceglietene uno", ci invita la maestra allo stand. Prendiamo un foglietto di carta seminabile. Semi di Tagete. 

"Potresti scriverci una storia", mi dice lei, "le avventure di un tale di nome Tagete... chi mai poteva essere?" 

"Bah, un filosofo", faccio io, "magari, il fratello di Talete 🤣".

Al di là della sorpresa per il nostro piccolo scambio, quel pezzettino di carta è rimasto intatto, conservato in una delle tante scatole nelle quali le bambine accumulano le cose più improbabili. Non l'abbiamo messo in terra perché doveva rimanere lì, a ricordarmi che il suo tempo sarebbe venuto, perché il tempo giusto per ogni cosa arriva sempre.


Tagete aveva già una storia: fu, secondo i miti, un giovane fanciullo vicino agli dèi, fugace comparsa rivelatrice di misteri. Non una storia da inventare, dunque, ma il piacere di una ricerca, il godimento puro della contaminazione, dei pensieri che si combinano in un senso superiore, nel momento perfetto di un'intuizione. È tornato così il nostro Tagete, fiore comune, semplice, come la verità del cuore. 

Non mi aspettavo così presto questo momento, né tantomeno di trovare una porta aperta (spalancata proprio) al futuro, prerogativa delle grandi anime, che sono giovani per sempre. È stato un dono prezioso, fortunato, perfetto. Nel turbinare dei giorni, non mi ero ancora data il tempo di "rendere grazie" 🙏🌼🤍




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SEMI DI SPERANZA 

Narrano i poeti latini che un giorno un contadino, mentre arava un appezzamento di terra, vide una zolla sollevarsi dal solco e assumere le sembianze di un fanciullo. Lo chiamò Tagete. Il fanciullo dimostrò subito di avere grande saggezza e virtù profetiche, ma rimase giusto il tempo di insegnare al popolo degli Etruschi, che era accorso sul posto a vederlo, la sua arte divinatoria, scomparendo appena dopo la sua miracolosa apparizione.
Ecco che il tagete, fiore semplice color del fuoco, è considerato il fiore degli Dèi, della comprensione, dell’affetto sacro, della beatitudine. Sfolgora durante la bella stagione, ma è pronto a rinascere dopo ogni inverno.
Il suo nome potrebbe derivare anche dal latino tardo traganthes, “artemisia”, fiore associato al mistero, alla purezza, alla protezione, alla guarigione. Entrambe le piante appartengono alla famiglia delle Asteracee (dal greco aster, “stella”). Fiori a stella, delle stelle, portatori di saggezza, visione chiara.
In Messico si crede che i petali di tagete siano in grado di trattenere il calore solare, perciò vengono utilizzati per segnare la via che i defunti devono percorrere per tornare a salutare i propri cari nel Dia de Los Muertos. Una scia luminosa che congiunge cielo e terra, ponte tra visibile e invisibile.
Il tagete è anche amico dell’orto, perché l’aroma che sprigiona allontana alcuni parassiti nemici delle piante, ma attira gli insetti impollinatori, che con il loro lavoro garantiscono il perpetuarsi della vita.
Un fiore come simbolo di speranza, dunque, la speranza che Gesù ci ha donato con il suo sacrificio.
Si è fatto uomo, il Figlio di Dio, bambino è venuto sulla terra a darci la buona novella e indicarci la strada, a svelarci il mistero della fede, promessa del suo ritorno.
Gesù ci guida con la sua luce verso la luce della beatitudine, allontana le cose nocive e ci salva, ci offre la verità e la vita eterna, se crediamo in lui. E Dio ci dà sempre la possibilità di sceglierlo, anche se sbagliamo, anche quando ce ne dimentichiamo. È la sua misericordia, l’amore infinito con il quale ci ama e al quale aneliamo.
Durante l’Eucarestia possiamo stare vicino a Gesù in modo speciale e ringraziarlo per i suoi doni, ricordandoci che lui è sempre con noi, a darci il coraggio (dal latino 𝘤𝘰𝘳 𝘩𝘢𝘣𝘦𝘰, “avere cuore”, o 𝘤𝘰𝘳 𝘢𝘨𝘦𝘳𝘦, “agire con il cuore”) che serve per cambiare e per vivere nell’amore, unica cura a tutto il male del mondo.
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Commenti

  1. Quando un piccolo seme,apre una finestra sul mondo, affascinante e misterioso ,degli Etruschi ( Mito di Tagete- Cicerone -De Divinatione,II,23 e Museo archeologico di Firenze) ..che storia affascinante..

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