Il giardino segreto
Non mi pare che i nostri genitori ci procurassero sti gran libri, ordinati per fasce d'età, tematiche pertinenti alle teorie pedagogiche del momento, rigorosamente politically correct. C'era un libro di favole di Esopo con delle curatissime illustrazioni, straletto dalla mamma e depositato nel cuore, che finì di consumarsi fra le imposte della camera, come barriera al gatto che da lì non doveva entrare. E poi c'era l'armadio a muro della classe di scuola, una finestra con le ante verniciate di bianco e dentro una serie di volumi de "Il Battello a Vapore", e altro. Ne potevamo portare a casa uno alla volta e non ricordo che cosa stessi leggendo sul divano biposto, sprofondata proprio in mezzo, mentre il papà guardava la televisione, sulle gambe mia sorella, di fianco la mamma che lavorava all'uncinetto. Mi piacerebbe saperlo perché quello fu il primo vero viaggio. Avevo scoperto una porta per entrare in altri mondi, del resto il mio passatempo preferito a prescindere. Ero felice, eccitata, appagata, tra le rose ricamate dei cuscini. L'universo si era spalancato e gli altri intorno non lo sapevano: la mamma continuava a filare, Licia Colò introduceva un documentario sugli animali della savana. Non diventai un'avida lettrice, nessuno mi guidò fra i libri giusti, anzi, potrei dire che i libri diventarono per lungo tempo un dovere, e se mi dilettavano il piacere non era mai puro. Mi feci distrarre poi dall'imperativo del fare, rincorrendo il tempo che non basta; un romanzo sul comodino per mesi, regalato da qualcuno che ha tenuta accesa una miccia per me. Qualche finestra nuova, qualche pilastro portante, ma niente in confronto al tunnel spazio-temporale che mi si è aperto dinanzi con le nuove tecnologie a disposizione. Adesso i libri li ascolto mentre adempio ai dettami della produzione, in ogni ambito della mia ordinaria vita. Ne ascolto a bizzeffe, e non mi chiedo più come sia possibile leggere tutto ciò che viene scritto: ho il timore che non si scriva abbastanza, il terrore che i libri finiscano. E ogni volta che ne scovo uno buono è lo stesso godimento di quel pomeriggio sul divano a fiori, su quel testo che mi piace pensare fosse "Il giardino segreto", indubbiamente un primo amore.
Entro in biblioteca, chiedo ad Alessandro se me lo può trovare.
- Guarda, ti dò questa edizione, è la più bella, sento che potresti apprezzarla.
È davvero meravigliosa, le bambine la adorano. Il volume è piuttosto importante, eppure si fa leggere e ascoltare volentieri. Probabilmente è anche merito di un'ottima traduzione, tuttavia non mi capacito di come la narrazione dilatata a dismisura possa far breccia sulle nostre vite ad alta velocità. Forse è proprio quello che ci manca: vagare per la brughiera senza scopi né fini, per il solo gusto di farlo, riempire i polmoni e lasciare che il vento arrossi le gote.
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