Disgelo
Potremmo portare le bambine sul Sass de Stria stasera, tanto è chiaro fino a tardi. Ma non avevo subito considerato che oltre i duemila metri c'è ancora la neve. Vediamo dove arriviamo, dai. Vediamo qualcosa di nuovo, come l'albero delle farfalle, che è sempre stato lì, all'entrata di Costa, ma il suo profumo ha pervaso l'aria solo oggi. Come il disgelo, che succedeva ancora quando ero piccola io, ma che non esiste più in Valbelluna, come l'inverno. Le eriche in fiore (quelle più sature dell'alta montagna), cuscini violetti che scaldano i piedi delle Dolomiti. Le gemme dei larici lì lì per schiudersi, verdi, tenere e gommose. L'erba ancora gialla, bruciata e segnata dalla sosta della neve, pacciamatura per la primavera imminente. Perché sarà primavera e subito estate, e intanto ci troviamo incredibilmente nella coda dell'inverno, ma ci sono venti gradi. Proprio ieri Santina mi raccontava il rumore dei ruscelli in questa stagione, e proprio oggi lo abbiamo sentito. Il gorgoglio del ghiaccio che si scioglie, dell'acqua che scende a valle, allegro. Una biscia sinuosa luccica sul versante di fronte: è un ricamo, come quelli di Erberto, la lumachina che dopo tanto disperato interrogarsi scoprì di avere pure lei un talento: sapeva adornare il giardino di scie che brillavano in arabeschi al chiarore della luna. Guardiamo ammirati i tornanti di luce che si snodano lungo il crinale, un baluginare che nessuna foto può catturare. Li fissiamo nella memoria, quindi, per filtrare con il nostro sguardo la vita che scorre. Ma lei scivola impetuosa, impietosa; e io inciampo, mi fermo un attimo, non riesco a starle dietro. Bisogna capire dove mettere i piedi, trovare l'equilibrio, l'appoggio sicuro, camminare a piedi nudi sull'erba, arrampicarsi sui sassi, bere da una sorgente, bagnarsi nelle acque del mondo. Non è che ci siano tanti altri modi per sentirsi parte, per avere coscienza.
Quante volte di passa, si calpesta non ci si fa caso dei suoni eppure la natura ci parla ad ogni stagione.
RispondiEliminaGrazie ai tuoi racconti si torna ad assaporare le gioie e gli splendori di un tempo, quando si era bambini.
❤️
EliminaDi fronte alla maestositá della montagna, mi ritorna in mente (in questo contesto, usato da me in senso traslato) un brano di una poesia di (ancora!) E.Montale - da Diari postumi - : " LEI SOLA PERCEPIVA I SUONI DEI MIEI SILENZI.....”.
RispondiEliminaGrazie per averci fatto partecipi di un mondo(quello delle Dolomiti), cosi' stupendo ed avvolto dal mistero.
Grazie di 💜
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